Prima di procedere all'acquisto di diamanti è molto importante acquisire familiarità con la loro classificazione, questo sarà necessario per capire ed ottimizzare la forma di investimento.
LE 4C
Sono i 4 requisiti fondamentali per classificare un diamante. L'istituto gemmologico GIA le ha predisposte per classificare e valutare le 4 più importanti caratteristiche del diamante e sono:
Nelle schede a seguire vi offriamo le informazioni fondamentali e più comprensibili per effettuare il più saggio investimento.Il carato è l'unità di misura del peso dei diamanti ed equivale a 0,2 grammi, ovvero:
5 carati = 1 grammo
Detta unità di misura è quella più usata fin dai primi anni del 20th secolo ed è basata su principi abbastanza semplici.
Come 1 Kg è formato da 1000 grammi, 1 carato è formato da 100 punti, quindi, 1 diamante da 50 punti equivale a 0,50 o ½ carato.
Per riuscire a capire la differenza fondamentale della valutazione del prezzo dei diamanti in base al peso, bisogna spiegare che 50 pietre da 1 punto (0,50 carati ovvero ½ carato) non costeranno mai come una singola pietra da 50 punti (0,50 carati ovvero ½ carato) questo perché, in natura, è molto più difficile reperire grezzi dai quali poter estrarre pietre da 50 punti piuttosto che da 1 punto, pur avendo stesse caratteristiche di colore, taglio e purezza.
Da considerare poi che l'aumento del peso della pietra determinerà una crescita del prezzo in maniera esponenziale, ecco perché, a parità di qualità, una pietra di 1 carato non costerà mai soltanto il doppio di una sua simile di ½ carato. In altre parole più grandi sono, più rare sono e questo determina il prezzo.
L'origine del nome Carato si deve ai semi di Carruba che sono stati usati per molti anni come contrappesi dai venditori di gemme di tutto il mondo, grazie alla loro omogeneità e peso stabile.
Il taglio di un diamante è una delle caratteristiche fondamentali per determinarne il prezzo, il suo ruolo principale è quello di sfruttare nella maniera ottimale peso e lucentezza.
Taglio e lucidatura sono importantissimi per portare il diamante al suo più elevato livello di brillantezza e splendore, permettendo ad una precisa quantità di luce di entrarvi dentro ed essere amplificata e riflessa verso l'esterno. Questo processo ha tre caratteristiche fondamentali:
- Brillantezza: la quantità totale di luce riflessa.
- Fuoco: lo spettro di colori creato dalla luce.
- Scintillio: le scintille che si vedono quando si muove un diamante.
Un diamante tagliato troppo basso o troppo profondo, permette alla luce di uscire dalla sua parte inferiore venendo a mancare di brillantezza.
D'altra parte il diamante taglio brillante con le sue 58 faccette precisamente ed opportunamente tagliate e lucidate, cattura e amplifica la luce riflessa scintillando vividamente.
Anche se in natura i diamanti nascono in molte qualità di colori, il diamante ideale è quello incolore, comunemente detto “bianco”. Solitamente, i diamanti, hanno delicati sentori di giallo e marrone. Il grado di apparenza del giallo è misurato dalla scala di colore dei diamanti che è stata creata dall'istituto gemmologico GIA (Gemological Institute of America).
Come si può notare dalla scala di inizio pagina più ci si avvicina alla lettera Z e più il diamante tenderà al giallo.
Dopo il grado Z c'è una scala di grado di colori detti “Fancy”, questa scala parte dai colori chiari e finisce con colori scuri a seconda del tipo di colore dei diamanti esaminati. Si possono trovare gemme di colore rosso, arancio, verde, marrone, blu, rosa, ecc... Finanche a pietre con più di un colore insieme. Mentre i diamanti “bianchi” aumentano di valore rispetto a quante meno inclusioni hanno, quelli colorati, vengono apprezzati per quanto più il loro colore è vivido e intenso.
I diamanti sono lo straordinario risultato di un lungo e complesso processo che si verifica nelle profondità della terra, dove, si devono incontrare fondamentali condizioni di altissime temperature e pressioni.
Durante questa procedura la maggior parte dei diamanti viene contaminata da particelle di altri minerali provenienti dall'esterno. Dette particelle, nel linguaggio tecnico, sono definite impurità o inclusioni, le quali, possono acquisire varie forme come: nuvole, piume, punti neri, filamenti ecc..
La presenza di queste inclusioni può falsare il colore e la rifrazione della luce del diamante andando così a togliere quelle caratteristiche di vitalità e splendore per cui queste gemme sono così tanto amate.
Quando un diamante è privo di queste inclusioni si definisce PURO, nel gergo tecnico si esprime con “IF”. Il grado di purezza di un diamante è stabilito e classificato da un professionista del settore tramite l'uso di un ingrandimento X10 e di una luce di qualità particolare appositamente creata.